La lince è arrivata ad Admont
Giovedì 17 giugno 2021
Sebbene la lince preferisca le aree boschive e selvagge quasi naturali, sembra fare un'eccezione ad Admont. Al Museo di Storia Naturale dell'Abbazia benedettina di Admont è possibile vedere questo felino selvatico, altrimenti notturno, anche alla luce del giorno.
"Siamo lieti di poter esporre qui ad Admont un esemplare di lince in prestito dal Museo statale tirolese Ferdinandeum", afferma Mario Brandmüller, responsabile del Dipartimento Cultura, Turismo e PR. Gli animali, rigorosamente protetti, sono strettamente legati alla regione anche dal punto di vista naturalistico. Dopo che la lince è stata quasi cancellata in Europa, sta gradualmente tornando a zampe dolci. Alcuni animali si sono insediati con successo nelle vaste aree protette tra l'Alta Austria, la Bassa Austria e la Stiria.
Ma c'è ancora molto da fare per reintrodurre la lince nel nostro Paese. Il Parco nazionale del Gesäuse, che confina con l'Abbazia benedettina di Admont, lavora da anni per preservare la popolazione di linci nelle Alpi calcaree settentrionali. "Attualmente ci sono sei linci conosciute nel triangolo di confine tra i parchi nazionali Kalkalpen e Gesäuse e l'area protetta di Dürrenstein. Di queste, tre sono maschi e tre femmine. Purtroppo, da tre anni non è stata registrata alcuna prole", afferma il direttore del Parco Nazionale Herbert Wölger. Per informare il pubblico sul ritorno del raro felino delle foreste e sulle misure necessarie, sono stati realizzati progetti speciali come il "Sentiero della lince". Con la nuova mostra al Museo di Storia Naturale, anche l'Abbazia benedettina di Admont vuole dare un contributo prezioso: "Per noi è importante avvicinare la lince soprattutto alle famiglie con bambini", afferma Mario Brandmüller, ed è per questo che la lince è stata abilmente messa in scena nella mostra del Museo di Storia Naturale.
Passeggiata naturalistica nel Museo dell'Abbazia
Oltre alla lince del Museo statale tirolese Ferdinandeum, il Museo di Storia Naturale di Admont ha molte cose interessanti da offrire. Fin dall'inizio si entra nel mondo dei rettili e degli anfibi. Di particolare importanza è la collezione di insetti che il botanico ed entomologo Padre Gabriel Strobl ha raccolto più di 100 anni fa. Impressionante è anche l'installazione di 243 frutti di cera, tra cui varietà che sono in gran parte scomparse dagli assortimenti esistenti oggi. La collaborazione tra l'Abbazia benedettina e il Parco nazionale del Gesäuse ha dato vita a una mostra permanente che cerca di suscitare emozioni per la natura e soprattutto per il Parco nazionale del Gesäuse attraverso la passione dei ricercatori. L'adiacente "Sala del Leone" è stata lasciata nel suo ambiente storico e prende il nome da un grande esemplare di leone dell'Africa orientale che padre Gabriel Strobl acquistò dal famoso esploratore africano Emil Holub. Le vetrine storiche contengono preziosi reperti, soprattutto di mammiferi e uccelli esotici. La fine di questa passeggiata naturalistica è il cosiddetto "Padiglione Sud-Est", che offre una magnifica vista sull'area del parco nazionale, oltre a una grande collezione di rocce e minerali e a una colorata esposizione di mammiferi e uccelli europei e autoctoni.